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Le protesi dell’anca sono realizzate in diversi materiali: leghe metalliche, ceramica o materiale plastico. I maggiori produttori di tali protesi sono:
- le protesi ASR Depuy (gruppo Johnson&Johnson)
- il gruppo Styker
- Zimmer – Biomet
Per anni sono state utilizzate delle protesi con accoppiamento metallo-metallo (cromo-cobalto) che permettevano di avere un minor coefficiente di usura e stabilità.
Successivamente tale tipologia di protesi è stata ritirata dal mercato in quanto si sono rivelate pericolose a cause di fenomeni di metallosi.
Il caso delle protesi DePuy
Già nel 2012, il Lancet ed il British Medical Journal avevano sottolineato alla comunità scientifica i rischi connessi alle protesi all’anca metallo su metallo.
La vicenda coinvolse inizialmente le protesi ASR fornite da DePuy (gruppo Johnson&Johnson) ma sostanzialmente si allargò velocemente anche nei confronti delle altre aziende.
Per quanto riguarda le protesi DePuy, le stesse sono state ritirate dal commercio nell’agosto 2010 e cinque amministratori della DePuy Italia sono stati indagati dalla Procura di Torino per frode e commercializzazione di prodotti dannosi per la salute.
Secondo le Autorità tale protesi risultavano presentare dei difetti di costruzione.
Successivamente le protesi di metallo sono state ritirate anche dalle altre case produttrici: Stryker, Biomet, Zimmer ed altre.
In realtà la problematica è principalmente connessa al fatto che gli sfregamenti delle giunture delle protesi in metallo comportano il rilascio di ioni metallici (cromo e cobalto) i quali entrano nel flusso sanguigno.
Un eccessivo rilascio di tali particelle può comportare dei veri e propri fenomeni di tossicità ed avvelenamento da metalli (metallosi).
Metallosi: danno conosciuto
Sebbene tali protesi siano state utilizzato per anni, il fenomeno della metallosi era già conosciuto a partire dagli anni 70.
Considerato il beneficio di durata delle protesi metalliche le stesse venivano comunque preferite considerando favorevole il rapporto rischio-beneficio.
Successivamente la suddetta valutazione è stata rivista comportando appunto il ritiro dal mercato della protesi metallo-metallo.
Difatti, nella pratica, i tassi di revisione chirurgica erano decisamente superiori a quelli previsti dalle aziende produttrici.
Effetti cancerogeni
Ad oggi si sta inoltre verificando se vi possono essere degli effetti cancerogeni derivanti dal suddetto fenomeno di metallosi.
Negli anni passati è già stata presentata un interrogazione al Ministero della Salute per evidenziare il verificarsi di alcuni casi anomali di tumore su pazienti sottoposti a protesi metallo su metallo.
Ad oggi tale tipologia di protesi non è più utilizzata ma d’altra parte la vicenda è ancora del tutto aperta. Ad esempio negli Stati Uniti sono partite diverse class action nei confronti di Johnson & Johnson.
Possibile risarcimento per protesi in metallo
Nel 2018 l’ASL della Regione Toscana ha ricevuto dalle stesse multinazionali produttrici circa un milione di euro al fine di effettuare dei controlli e cure mediche per i pazienti operati con protesi metallo su metallo.
D’altra parte in passato la stessa DePuy ha versato milioni di sterline al servizio sanitario britannico per riesaminare e rioperare i pazienti a cui erano state applicate le protesi.
Ad oggi, esiste una consolidata giurisprudenza favorevole in materia che rende possibile ottenere un adeguato risarcimento per il danneggiato.