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Responsabilità sanitaria in caso di infezioni in ospedale
Purtroppo uno dei rischi più frequenti in ambito di responsabilità medico sanitaria è proprio quella di prendere delle infezioni in ospedale dove si viene ricoverati.
Frequente è il caso dell’infezione post-operatoria derivante da una cattiva esecuzione dell’intervento chirurgico o anche più banalmente da una non adeguata igienizzazione dei locali di permanenza.
L’esperienza ricorda che le ipotesi più frequenti sono le spesi ed i casi di polmonite. Patalogie curabili se trattate correttamente e per tempo; ma che possono risultare anche letali se al contrario vengono trascurate.
Infezione in sala operatoria e fattori di rischio
Esistono delle specifiche procedura che il medico e l’intero equipe deve osservare al fine di contenere i rischi di infezione.
Spesso tali pratiche di sicurezza non vengono osservate. Si pensi che è stato riscontrato che anche la semplice sterilizzazione dei presidi sanitari risulta carente nella maggior parte delle strutture ospedaliere.
Le persone più esposte sono chiaramente i bambini e gli anziani ed in genere tutte le persone immunodepresse. E’ importante sottolineare che la condizione di immunodeficienza non costituisce un esenzione di responsabilità da parte del medico o della struttura sanitaria.
Anzi, la circostanza che il nostro familiare sia un soggetto oncologico comporta una maggiore attenzione da parte del medico, che consapevole dell’anzidetta condizione dovrà prestare particolare attenzione alla tutele poste in essere.
Chi deve rispondere dei danni da infezione in ospedale?
I soggetti responsabili sono due: il medico (o l’equipe medica) intervenuto e la struttura ospedaliera.
Verificatasi l’infezione è compito del medico attuare le terapia antibiotica opportuna al fine di evitare la diffusione dell’infezione.
Chiaro che in merito è fondamentale la tempestività dell’intervento oltre che il corretto trattamento farmacologico.
Parallelamente è onere della struttura ospedaliera dimostrare di aver adottato tutte le tutele necessarie che una adeguata sanificazione degli ambienti ed igiene degli strumenti utilizzati.
Rapporto contrattuale di assistenza sanitaria e onere della prova
E’ importante evidenziare che tra il paziente e l’ospedale si crea un vero e proprio contratto, detto di assistenza sanitaria.
In virtù del predetto contratto e relativa responsabilità contrattuale è onere dell’ospedale dimostrare di aver fornito un servizio adeguato e pertanto una corretta sanificazione degli ambiati.
Le suddette considerazioni sono di particolare importanza in quanto comportano un onere specifico in capo all’Azienda Ospedaliera di dimostrare di aver posto in essere tutte le tutele necessarie per ridurre al massimo il rischio di contaminazione e di diffusione del contagio.
Trai tanti casi di cronaca ricordiamo quello con l’Aurelia Hostital in cui il Tribunale emise una sentenza di condanna per un milione di euro. (cfr. articolo pubblicato da “il giornale”)
La responsabilità dell’ospedale ed il principio di vicinanza della prova
Il principio di vicinanza della prova può spiegarsi affermando che l’onere della prova deve essere ripartito tra le parti considerando in concreto e realmente chi ha la possibilità di dimostrare e fornire la relativa prova.
Per fare un esempio: pretendere dal paziente di dimostrare che la struttura non abbia rispettare gli standard di sicurezza appare eccessivo traducendosi nell’impossibilità dello stesso di fornire la relative prova. Diversamente l’ospedale ha tutti i mezzi per fornire la documentazione e certificazioni necessarie.
Si comprende che il paziente si in tal caso avvantaggiato in quanto l’onere più gravoso sarà posto a carico della struttura ospedaliera.
Tempi di prescrizione della responsabilità dell’ospedale
La responsabilità contrattuale ha un termine prescrizionale di 10 anni.
Il paziente potrà inoltre mettere in mora ed interrompere la prescrizione inviando espressa diffida alla struttura ospedaliera.
E’ importante ricordare che è comunque necessario conservare tutta la documentazione e storia clinica del paziente per poter dimostrare il rapporto di causalità tra l’infezione ospedaliera e il danno verificatosi.