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Si parla di risarcimento danni nel caso di protesi all’anca, in quanto questo tipo di intervento se non effettuato correttamente può comportare delle severe conseguenze.
Nonostante sia classificato come un’intervento di routine non è raro che il decorso post-operatorio non sia favorevole e si verifichino delle invalidità permanenti.
Evidente che un errato intervento possa comportare continue problematiche quotidiane e pregiudicare lo stato psico-fisico del paziente.
Complicazioni intervento di protesi all’anca: le principali cause di danno
Negli anni possiamo sintetizzare che di regola le principali cause di un errato intervento di protesi all’anca derivano:
- dimensioni errate della protesi;
- difetti di fabbricazione della protesi;
- infezioni post operatorie
- errata applicazione dell’impianto: fratture, lesioni dei nervi.
Spesso accade che il fallimento della protesi si percepisca solo a distanza di tempo. L’errato posizionamento può ad esempio favorire il crearsi ed aggravarsi di lussazioni che portano inevitabilmente al fallimento della protesi.
Risarcimento protesi anca Depuy
All’interno della casistiche delle protesi difettose ricordiamo lo scandalo delle protesi DePuy, le quali sono state ritirate dal commercio nel 2010.
Si tratta di protesi che in Italia sono state impiantate a partire dal marzo 2004 per le quali sono state disposti già diversi risarcimenti per i pazienti operati.
Questa tipologia di protesi sono realizzate interamente in metallo e per tale motivo rilasciano degli ioni metallici (cobalto e cromo) che possono provocare gravi reazioni e conseguenze sul paziente.
Difatti il cobalto in una certa quantità è tossico e comporta fenomeni di avvelenamento e dolori muscolari.
Spesso accade che i danneggiati lamentano dolori a distanza di alcuni mesi con evidenti difficoltà di deambulazione.
La prima cosa da fare è quella di richiedere la cartella clinica integrale dall’ospedale al fine di poter verificare la protesi che è stata impiantata.
Troverete una pagina dove si riportano in fotocopia gli adesivi identificavi della protesi utilizzata. Troverete indicato:
- tipo di protesi e produttore
- data di scadenza
- tipo e lotto della protesi
Se si tratta di una protesi DePuy installata dopo il 2004 è consigliabile effettuare ulteriori accertamenti in quanto vi è una concreta possibilità di ottenere un risarcimento danni.
Se volete delle informazioni aggiuntive contattateci con il nostro modulo.
Risarcimento protesi anca Zimmer difettose
Similmente alle protesi DePuy anche le protesi Zimmer sono state ritirate dal mercato in quanto difettose e realizzate in metallo.
Diversi pazienti in seguito all’impianto avevano iniziato a lamentare forti dolori alla gamba.
Dagli accertamenti effettuati emergeva un valore decisamente anomalo di cobalto nel sangue che pertanto causava problemi di tossicità e metallosi.
La conseguenza è che queste persone sono state costrette a rioperarsi pregiudicando gravemente ed irrimediabilmente lo stato preesistente e cagionando dei danni permanenti.
Sul punto la giurisprudenza è ormai consolidata nel riconoscere il nesso di causalità ed il dovuto risarcimento ai danneggiati.
Frattura derivante da intervento di protesi all’anca
Una delle più frequenti complicazioni intraoperatori è la frattura ossea. Nello specifico la maggior parte delle fratture si verificano a livello del femore durante l’inserimento dello stelo protesico, oppure a livello del cotile durante l’inserimento della coppa acetabolare.
Chiaramente l’entità del danno può essere di differente gravità. In alcuni situazioni è necessario prevedere un nuovo intervento o l’applicazione di innesti, placche e viti aggiuntive.
Risarcimento per lesione dei nervi
Durante l’intervento di protesi all’anca può accadere che si verifichi una lesione del nervo sciatico o del nervo femorale.
Di regola sono infatti i suddetti nervi a subire dei danni per schiacciamento, stiramento o sofferenza ischemica.
Il recupero della lesione non è garantito ed in genere ha un decorso clinico di diversi mesi (se non anni).
In tal caso il danno subito dal paziente può essere particolarmente severo andando a perdere la capacità di deambulare correttamente.
Complicazioni postoperatorie: infezione
Purtroppo tale casistica non è rara. Nonostante le continue attenzioni che possono essere presenti all’interno dell’ospedale, talvolta quest’ultimi non rispettano gli standard di sicurezza necessari.
Laddove si tratti di un’infezione superficiale della protesi la stessa di regola si risolve con una mera terapia antibiotica. È necessario però intervenire tempestivamente al fine di non pregiudicare il decorso clinico.
Chiaramente molto più grave l’ipotesi di infezione profonda ove potrebbe essere necessario un intervento di revisione per l’asportazione della stessa protesi.
Risarcimento per mobilizzazione della protesi all’anca
Un caso specifico di danno è quella della mobilizzazione: ossia l’allentamento dell’impianto che spostandosi della sua sede originaria provocando dolore ed instabilità.
Il fenomeno è ben conosciuto in medicina è parzialmente (soprattutto in passato) strutturale allo stesso intervento che nel tempo comporta la perdita del tessuto osseo intorno alla protesi (c.d. osteolisi).
Tale fenomeno può però essere connesso ed aggravato ad un errato posizionamento dell’impianto o difetti di fabbricazione della protesi stessa.
Naturalmente tale valutazione può essere fatta solo tramite valutazione da parte del medico legale e specialista, che possono fornire al danneggiato degli elementi concreti su cui basare la richiesta di risarcimento danni.
Protesi all’anca ed allungamento della gamba
È noto che l’intervento di protesi comporta un modifica della lunghezza della gamba.
Tale dismetria rientra nella normalità laddove corrisponda a parametri specifici. Oltre tali condizioni, la problematica è spesso la conseguenza di un’errato impianto della protesi.
La dismetria dell’arto si ripercuote su tutto il corpo generando problemi secondari quali mal di schiena, male al ginocchio ed in generale un errata postura.
Risarcimento per errato intervento protesi e chirurgia di revisione
Le statistiche riportano che – nonostante sia considerato un intervento sicuro – circa il 10% degli interventi fallisca.
Fondamentalmente il problema principale è che dopo l’intervento non è possibile ripristinare la condizione preesistente e pertanto la “soluzione” è comunque un secondo intervento.
Si comprende che l’intervento di revisione (ossia quello successivo) sia notevolmente più complesso del primo è purtroppo può trasformarsi in un calvario per il paziente.
È opportuno precisare che ogni intervento ha delle percentuali di rischio e non sempre siamo di fronte ad ipotesi di “malasanità”.
La valutazione di risarcimento deve essere fatta da un medico specialista che potrà correttamente evidenziare il nesso di causalità e la negligenza verificatasi.
Il danno derivante da un errato intervento di protesi all’anca non è chiaramente soltanto il danno fisico essendoci delle evidenti ripercussioni psicologiche per il danneggiato, nonché, menomazioni sulla qualità della vita e la quotidianità.
Non si stancheremo mai di sottolinearlo: è importante che ci si affidi a persone affidabili che non vi convincano ad avviare delle cause insensate e senza reali possibilità di risarcimento.